(ANSA) - ROMA, 1 OTT - Il Governo fa il primo passo per riaprire la trattativa sulla contrattazione nel pubblico impiego. Il ministro della P.A, Marianna Madia, ha infatti dato mandato all'Aran, il braccio operativo dell'esecutivo nelle negoziazioni, per riaprire il tavolo convocando i sindacati sulla questione dei comparti, che in base alla riforma Brunetta, rimasta inattuata, dovrebbero essere ridotti da undici a non piu' di quattro. Intanto, sempre sul fronte Pubblica Amministrazione, e' entrato in vigore il decreto che detta tempi e criteri per l'operazione mobilita'. Un crono-programma scandito tappa per tappa, con le prime scadenze ad appena dieci giorni.
Si preannuncia cosi' un autunno cruciale per i dipendenti pubblici. L'atto siglato da Madia e' il segnale atteso dai sindacati, che accolgono con soddisfazione la mossa del Governo, preliminare alla discussione sugli aumenti salariali. Il segretario della Fp Cgil, Susanna Dettori, reagisce con un "finalmente" e spiega come una proposta gia' c'e': "unire le funzioni centrali (ministeri, presidenza consiglio, agenzie fiscali, enti pubblici non economici), mettere insieme tutta la sanita', poi gli enti locali e infine il settore della conoscenza (scuola, universita', enti di ricerca)". Insomma anche per i sindacati diminuire i comparti, semplificando, e' auspicabile e fattibile anche in tempi ravvicinati. D'altra parte dal numero dei comparti dipende quello dei contratti in cui si divino gli oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, che aspettano lo sblocco degli stipendi. Anche la Uil con il segretario confederale, Antonio Foccillo, si dice "pronto", anzi "troppo tempo e' stato perso visto che i primi a chiedere il tavolo siamo stati noi". Sulla stessa linea il segretario generale della Cisl Fp, Giovanni Faverin, secondo cui "sei anni di blocco contrattuale non hanno congelato solo i salari ma anche il cambiamento", con regole che risalgono al 2009, come appunto la riduzione dei comparti, rimaste finora sulla carta.
Insomma si apre ufficialmente la partita sulla contrattazione, dopo la sentenza di luglio della Corte Costituzionale, che dichiarava illegittimo il blocco seppure senza effetti retroattivi, e a meno di due settimane dalla presentazione della legge di stabilita', dove verranno inserite le risorse per il rinnovo.