Ecco la circolare nr. 850/A.P1-1872 del Capo della Polizia sul tema:
Infezione tubercolare. Accertamenti nei confronti del personale della Polizia di Stato impegnato nelle attività di soccorso ed assistenza ai migranti. Rimodulazione degli accertamenti sanitari di cui alle circolari n. 556/A. 1/1/132/14 del 4 luglio 2014 e n. 850/A P.1-2639 del 9 luglio 2014.
Nell’ultimo biennio è stato realizzato un estensivo screening del personale della Polizia di Stato, impegnato nelle attività di soccorso ed assistenza ai migranti, per il monitoraggio dell’infezione tubercolare.
L’attivazione del protocollo sanitario, attuato con le circolari in oggetto, si è resa necessaria per garantire, a favore del personale operante nei predetti ambiti, la prevenzione e la profilassi della patologia infettiva tubercolare.
L’assenza in letteratura scientifica di specifici studi volti a quantificare il rischio di contrarre la malattia in soggetti con ripetuti e ravvicinati contatti con un elevato numero di soggetti appartenenti a popolazioni ad alta endemia dell’infezione, ha reso opportuno realizzare un attento monitoraggio del fenomeno.
A distanza di due anni, i risultati dell’analisi dei dati, relativi alle indagini cliniche e di laboratorio effettuate sugli operatori, non hanno evidenziato rischi specifici correlati ai suddetti servizi, anche per gli interventi di profilassi primaria comunque adottati (misure igienico-comportamentali ed uso dei dispositivi di protezione individuale).
Non è risultato ad oggi, nel personale della Polizia di Stato, alcun caso di malattia tubercolare correlato al rischio professionale mentre è stato evidenziato un numero di casi di infezione tubercolare latente sovrapponibile a quello atteso nella popolazione generale e, laddove indicate, sono state messe in atto le relative misure di profilassi.
Le risultanze del monitoraggio sono state recentemente pubblicate sulla importante rivista medica internazionale British Medicai Journal Open, i cui revisori scientifici hanno confermato la rigorosità dei dati e la corretta metodologia dello studio.
Alla luce di quanto emerso, si ritiene pertanto opportuno rimodulare l’attuale programma di screening degli operatori della Polizia di Stato impegnati in attività con migranti, attraverso:
- a) il ripristino dei previgenti controlli post-esposizione (per contatti con casi accertati di tubercolosi bacillifera contagiosa);
- b) la prosecuzione del monitoraggio relativamente alla sola popolazione lavorativa più giovane, al fine di confermare, nel tempo, la bassa incidenza di positività finora riscontrata ai test di screening;
- c) l’implementazione dei momenti di informazione e formazione del personale sul rischio biologico.
La sospensione dei controlli estesi trova, peraltro, giustificazione nella possibile positivizzazione al test causata dalla reiterata esecuzione dello stesso e legata ad una sensibilizzazione del soggetto all’antigene inoculato.
La Direzione Centrale di Sanità, di concerto con gli altri uffici interessati, avrà cura di impartire le disposizioni di specifica competenza per garantire la rimodulazione nel senso suindicato dell’attuale programma di screening.