Un'organizzazione distribuisce strumento ad agenti iscritti, si rischia di violare privacy
Roma, 29 ott. (AdnKronos) - ''Un'organizzazione sindacale di Polizia sta distribuendo ai propri iscritti una 'spy pen', cioè uno strumento per videoregistrazioni, sostenendo che si tratta di uno strumento a tutela degli agenti contro il partito anti-Polizia''. E' la denuncia di Felice Romano, segretario generale del Siulp, che sottolinea ''il silenzio dei vertici del Dipartimento di Pubblica Sicurezza su una questione così delicata''.
''Da circa tre mesi -spiega infatti Romano- il Siulp ha rappresentato ai massimi livelli del Dipartimento della Pubblica sicurezza un fatto gravissimo che, oltre a violare i regolamenti interni relativi alla foggia della divisa e all'utilizzazione degli strumenti non autorizzati, viola le norme che disciplinano l'acquisizione di immagini e di conversazioni e che tutelano la privacy''.
Infatti, argomenta il Siulp, ''mentre per l'utilizzo della microcamera sull'uniforme di ordine pubblico, il Dipartimento ha tardato la sperimentazione giustificandosi'' con il sostenere che ''era necessario acquisire il parere preventivo dell'Authority a garanzia della privacy, da mesi assistiamo a una campagna di informazione con la quale un'organizzazione sindacale di Polizia sta distribuendo un'apparecchiatura per la videoregistrazione di immagini e suoni a tutti i poliziotti senza specificare se la stessa è stata autorizzata dal Dipartimento, se verrà utilizzata nel rispetto delle norme che tutelano la privacy, sia dei cittadini sia degli stessi poliziotti, chi è il responsabile di questa operazione e che fine faranno i dati acquisiti visto che, ad oggi, il Dipartimento ha sostenuto che non ha dato nessuna autorizzazione in merito’’.
Il segretario generale del Siulp annuncia che ''se non verrà immediatamente chiarita la legittimità dell'utilizzo della 'spy pen', nonostante il senso di responsabilità'' si vedrà ''costretto a formalizzare una denuncia all'Authority della privacy per comprendere se lo strumento possa essere legittimamente utilizzato dai singoli poliziotti senza alcune preventiva autorizzazione e senza indicare la finalità e le modalità di conservazione dei dati acquisiti''.
''Mi auguro -rimarca Romano- che dopo tanta inerzia il Dipartimento della Pubblica sicurezza con questo appello pubblico prenda atto che è giunto il momento di intervenire per ristabilire il rispetto delle norme e delle leggi ma anche la tutela della privacy dei poliziotti e dei cittadini". "Chi rimarrà inerte -taglia corto il leader del Siulp- sarà corresponsabile di tutto ciò che si potrà ravvisare in quest'operazione dai contorni poco chiari".